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Silvia Contessa

Silvia Contessa

Sono nata a Roma, ho compiuto 35 anni a novembre e ho sempre lavorato con i bambini disabili ... una missione piottosto che un lavoro, ma mi piace molto.
Per questo alcune poesie, anzi molte, sono sui bambini.
Con questo sito ho realizzato un mio piccolo sogno: far leggere quello che scrivo agli ... (continua)


La sua poesia preferita:
Il regno del silenzio
Tra salici e stradine di ciottoli bianchi
odori di fiori e silenzi che son come pianti
cerco il tuo volto da tempo perduto
...ma il cuore mi dice che mai m'hai abbandonato
e un sorriso rinasce dalla tristezza di quel luogo
che il tempo ha...  leggi...

Nell'albo d'oro:
Anime gemelle
Una vita insieme
di mille stagioni passate
incontro d'anime
mani che mai si son lasciate.
Un amore d'altri tempi
voglio cantare
un amore che la morte
non potrà sfiorare
due cuori in uno
all'unisono continuano
a cantare.
L'anima...  leggi...

Spirito in terra
Eri un uomo... eppure da terra gli spiriti sollevavi
messaggero d'un Dio, che con te sempre portavi.
Eri giovane, perché i giovani d'ogni luogo attiravi
e con il loro spirito lo scorrere del tempo fermavi
nonostante la malattia: pesante croce...  leggi...

Musica nella notte
Pioggia che batti,
pioggia che scorri,
e i pensieri dalla mente cancelli.
Ombre lontane,
...fantasmi d'amore,
...paure che il cuore fan traballare,
e la mente nella nebbia portare.
Rumore di pioggia ... ritmata melodia,
di piccole ore che lente...  leggi...

Profumo di rosa
S'inebriano i sensi,
del tuo profumo,
bellissima rosa, che all'arcobaleno,
i colori hai rubato,
e al sole li rifletti.
Un sol respiro,
il profumo tuo cattura,
forte e delicato,
come onda nell'animo s'espande,
e tutto bagna.
Magia e...  leggi...

Ritratto di donna
Nella solitudine della camera,
uno specchio,
il volto riflesso di una donna ferita,
ferita nell'animo,
dall'amore di una vita.
Il suo sguardo dalle lacrime è velato,
ma la bellezza degli occhi non scompare,
dalla nebbia è...  leggi...

Pioggia d'aprile
Giornata di pioggia,
giornata di pensieri,
pensieri di vita,
racchiusi nel cuore.
Una vita,
di gioie dolori e speranze,
speranze di un arcobaleno,
dopo la pioggia battente.
La vita, un dono,
ogni giorno imprevisto,
come un regalo,
giunto...  leggi...

Silvia Contessa

Silvia Contessa
 Le sue poesie

La sua poesia preferita:
 
Il regno del silenzio (21/08/2010)

La prima poesia pubblicata:
 
Pioggia d'aprile (22/04/2009)

L'ultima poesia pubblicata:
 
Auguri papā (05/05/2023)

Silvia Contessa vi propone:
 Ritratto di donna (10/05/2009)
 Profumo di rosa (13/06/2009)
 Anime gemelle (17/01/2011)

La poesia più letta:
 
Ritratto di donna (10/05/2009, 6465 letture)

Silvia Contessa ha 6 poesie nell'Albo d'oro.

Leggi la biografia di Silvia Contessa!

Leggi i segnalibri pubblici di Silvia Contessa

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Fortunato

Amore

“La vita mi ha tolto anche lei” pensava Tommaso davanti a quella chiesa.

Non riusciva veramente a credere che la sua Francesca stesse sposando un altro.

E’ vero … si erano lasciati ma nel cuore del ragazzo lei era sempre stata l’unica e non era ancora riuscito a dimenticarla.

Petali di rosa cadevano come soffice neve sugli sposi sorridenti, per Tommaso però quei petali erano come macigni che lo colpivano.

“Dov’è Tommaso … non è a casa? Si chiedevano i suoi amici , con aria perplessa,dopo aver suonato più volte al citofono del suo appartamento.

Avevano deciso di partire per qualche giorno per il campeggio su un altopiano dove andavano spesso da bambini,con i loro genitori, soprattutto perché il loro amico aveva bisogno di stare un po’ distante dal quel luogo, dopo gli ultimi eventi che erano accaduti.

Un’intuizione di Mario,il migliore amico di Tommaso, svelò il mistero.

“Venite con me,so dove trovarlo” esclamo con un tono preoccupato. Tutti lo seguirono, entrarono in macchina e lungo la strada capirono la loro destinazione.

Parcheggiarono accanto alla chiesa e videro Tommaso. Il ragazzo era sulla scalinata dalla quale erano scesi gli sposi, stringeva in mano un fiore caduto dal buche della posa e alcuni petali di rosa bianca ,i fiori preferiti di Francesca.

Mario si avvicinò al suo amico e lo guardò. “ Mi avevi promesso che non saresti venuto qui oggi!”

Tommaso all’inizio non rispose nulla, poi guardando il portone della chiesa disse che una parte di lui si era convinta che quel matrimonio non si sarebbe mai celebrato. Mario l’abbracciò,percepiva il dolore … era una sensazione così palpabile che se lo sentiva sulla pelle.

“ Su,ora posa quel fiore e andiamo. Il campeggio ci aspetta e senza di te non ci muoveremo,anche perché sei l’unico che cucina bene e la tua carne alla brace è spettacolare. Non vorrai mica averci sulla coscienza!!!” Esclamo Mario, mentre con una mano sulla spalla di Tommaso lo accompagnava verso la macchina.

Durante il tragitto nessuno dei ragazzi parlò del matrimonio,si scambiarono battute e si presero in giro a vicenda … piano piano un abbozzo di sorriso nacque sul viso del loro amico.

Tommaso cercava di fare del suo meglio per non pensare, appena arrivato non si fermò un istante, aiutò a preparare le tende, cominciò ad accendere la brace e a cucinare la carne. Davanti al fuoco tutti ascoltarono un loro amico suonare la chitarra e parlarono di alcuni episodi avvenuti in quel luogo quando erano bambini.

Ma una volta giunta la notte il silenzio occupò il luogo nel quale si trovavano, per Tommaso era come un frastuono che non riusciva a sopportare, i pensieri che aveva cercato di allontanare tornarono nella sua mente come l’acqua di un fiume che rompe all’improvviso gli argini.

Dovette alzarsi, uscire dalla tenda nella quale Mario dormiva profondamente. Infatti i vestì cercando di non fare rumore, prese una torcia e s’addentrò nel bosco.

In quel silenzio percepiva il fruscio degli alberi mossi dal vento e i versi degli uccelli notturni che suo padre gli aveva insegnato fin da bambino a riconoscere, ogni volta che lo portava in campeggio.

L’aria era fresca e si mise le mani in tasca per scaldarle, in quel momento sfiorò qualcosa di liscio nella tasca destra della giacca e si fermò. Tirò fuori la mano e illumino con la torcia quello che aveva afferrato un istante prima: un petalo di rosa bianca.

Il cuore per un attimo sembrò fermarsi,davanti a lui rivide la scena del matrimonio e provo un dolore che riempì il suo animo, improvvisamente si sentì solo e davanti a se non vide nulla,solo uno schermo nero e impenetrabile.

Ecco che il pensiero più brutto attraversò la sua mente, d’istinto prese delle pillole che sapeva di avere nella tasca della sua giacca, dei sonniferi che aveva comprato il giorno prima visto che da qualche tempo faceva molta fatica a dormire. Nonostante gli eventi che l’avevano colpito, non aveva mai pensato di arrendersi ma ora si sentiva stanco e senza forze per rialzarsi.

Tommaso fissava quel barattolo, una parte di se gli diceva che era l’unica soluzione ma l’altra si ribellava e voleva scacciare via quel pensiero.

“ Una sola pasticca non potrà farmi nulla, il medico mi ha detto che sono così leggeri che per farmi addormentare ce ne vogliono almeno due. Magari mi aiuterà solo a stare più tranquillo ” Ripeteva il ragazzo tra se e se. In realtà il dottore non avrebbe voluto darglieli ma con la ricetta medica non si poté opporre, si raccomandò però di non abusarne.

Tommaso cominciò ad aprire il coperchio ma un suono improvviso lo deconcentrò , il barattolo e la torcia caddero a terra. Mentre gli si stava piegando per raccoglierle quegli oggetti,senti distintamente un cane abbaiare e poi alla luce della torcia si rese conto che davanti a lui c’era un cucciolo che stava per mangiare le pasticche che erano cadute dal barattolo mezzo aperto.

Senza pensarci un momento allontanò le pillole dalla bestiola,le rimise al loro posto e le getto via lontano da essa.

“No, piccolino non sono buone da mangiare, menomale che me ne sono accorto subito,altrimenti chissà cosa ti sarebbe accaduto.” Il cagnolino lo fissava negli occhi e tremava.

Tommaso si rese conto che la bestiola aveva freddo e probabilmente era anche affamata, così la prese in braccio e la mise dentro la sua giacca per scaldarla … così quest’ultima smise immediatamente di tremare e appoggiò il suo muso sulla spalla del ragazzo.

Senza accorgersene Tommaso si rese conto che si era fatta quasi l’alba, ma prima di tornare indietro decise di andare nel posto dove suo padre lo portava a veder sorgere il sole, ogni volta che andavano in quel campeggio e non ci mise molto a raggiungerlo visto che era vicino dal punto in cui si trovava.

Eccolo li, il nuovo giorno che stava per nascere e lui ammirava quello spettacolo con una creatura che forse gli aveva salvato la vita quando pensava di mollare, gli tornarono in mente le parole che una volta gli disse suo padre in un momento molto difficile della propria esistenza: ogni nuova alba è l’inizio di un nuovo giorno … ricordalo sempre figlio mio, la notte non è mai eterna.

Nel frattempo gli amici di Tommaso lo stavano cercando, Mario si era svegliato e non avendolo più visto nella loro tenda,aveva chiamato gli altri. La loro preoccupazione aumentò quando videro per terra quel barattolino contenente i sonniferi, infatti erano al corrente che il loro amico aveva dei problemi nel dormire negli ultimi mesi e ogni tanto ne faceva uso.

Continuarono a chiamarlo con tutta la voce che avevano in corpo, quando all’improvviso se lo videro davanti seguito dal cagnolino.

Tommaso guardandoli in volto si rese conto della loro preoccupazione e si scuso dicendo loro che aveva bisogno di stare da solo e che non riusciva più a sopportare il silenzio nel loro accampamento. Mario si avvicinò a lui e gli restituì le pillole che avevano trovato in terra,senza dire nulla.

Tommaso, seguito dai suoi amici, si reco nel luogo dove aveva visto sorgere il sole e gettò le pillole nel vuoto, prese in braccio il cagnolino e tornarono tutti alle loro tende. Non parlarono subito di quello che era accaduto, ma con il suo gesto egli aveva detto chiaramente che era pronto a ricominciare a vivere, affrontando con coraggio il dolore che prima o poi si sarebbe alleviato fino a diventare un lontano ricordo.

Dopo una lauta colazione anche il cagnolino si ristorò e cominciò a giocare riempiendo di allegria i loro cuori, continuarono la giornata andando a fare una passeggiata nel bosco alla ricerca di more e mirtilli che abbondavano in quel luogo. Tommaso raccontò quello che aveva fatto la notte precedente e di come aveva incontrato la bestiola.

“Stavo per fare una sciocchezza o per lo meno ci stavo pensando e con il suo abbaiare mi ha riportato alla ragione che in quel momento i ricordi dolorosi mi avevano fatto perdere.”disse ai suoi amici.

Essi guardavano il cagnolino giocare con una foglia e proposero di dargli un nome. Tommaso non fu d’accordo inizialmente visto che non sapevano se avesse un padrone che lo stesse cercando,ma alla fine gli amici lo convinsero e decisero di chiamare la bestiola Fortunato. Quel nome sembrò piacerle, infatti quando lo pronunciarono tornò da loro scodinzolando e si avvicinò al ragazzo.

Dopo molte domande a chi campeggiava in quell’altopiano parlarono con un signore che riconobbe Fortunato, raccontò loro che era arrivato con due uomini il giorno prima, poi li vide partire e pensò che il cagnolino fosse andato via con loro con loro ma dopo poco lo rivide tornare nel luogo dove essi avevano messo le tende.

“Forse li aspettava” disse Mario con un tono triste

“ Probabilmente ma quando ho tentato di raggiungerlo mio figlio si è messo a correre verso di lui , l’avrà spaventato ed è corso via. Poi non l’ho più visto fino ad adesso e sono felice che stia bene” aggiunse anche che se volevano poteva tenerlo lui,visto che a aveva anche un altro cagnolino.

Tommaso guardò Fortunato negli occhi e lo prese in braccio, il cagnolino lo lecco e abbaiò.

“La ringrazio per la sua gentilezza, sono sicuro che con lei starebbe benissimo ma penso che lo terrò,in un certo senso ci siamo salvati la vita a vicenda e poi non credo di poterne fare più a meno ” rispose all’uomo.

Non fu facile per Tommaso il ritorno alla sua vita, dentro di se però qualcosa era cambiato, si sentiva più forte e sapeva di non essere solo per la prima volta nella sua vita.

Fortunato era un cagnolino speciale che l’adorava ma era talmente vivace che ogni giorno ne combinava una ma fu proprio nel negozio di animali dove la bestiola prese un gioco da uno scaffale, facendo cadere tutti quelli che erano accanto ad esso, che conobbe Asia,la ragazza che poi sarebbe divenuta sua moglie e la madre dei suoi figli.

Con il tempo Fortunato si calmò ma ogni volta che Tommaso guardava Asia e i suoi figli era sempre più convinto che nulla fosse avvenuto per caso e che il nome scelto per quel cagnolino incontrato “casualmente” nel bosco fosse proprio adatto a lui.


Silvia Contessa 28/02/2011 19:18 2 935

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.

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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Hai ragione Silvia,"...la notte non č mai eterna". Amo i cuccioli, racconto molto tenero.»
Domenica Carrozza

«Bella questa storia di Tommaso anche se a tratti triste. La ragione e il buon senso accompagnati da buon amici e cuccioli di animali tronfa sempre. Piaciuto.»
Pasqui

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